Il giudice istruttore

  • Pubblicato da:
  • 21/09/2013
  • 0 commenti

Ne La morte di Ivan Il'ic, di Lev N. Tolstoj c'è un altro imperdibile ritratto del giudice, nello specchio deformante dell'esercizio del potere.

"Gli fu offerto un posto di giudice istruttore ed egli accettò, benché il posto fosse in un'altra provincia e gli toccasse abbandonare le vecchie conoscenze e instaurarne di nuove. Gli amici lo accompagnarono, si fecero ritrarre in gruppo, gli regalarono un portasigarette d'argento ed egli partì per la nuova destinazione.
Come giudice istruttore Ivan Il'ic fu altrettanto comme il faut, ammodo, capace di separare i doveri d'ufficio dalla vita privata e di conquistarsi il rispetto di tutti, com'era stato nella precedente posizione di funzionario in missione speciale. Il nuovo incarico inoltre presentava per Ivan Il'ic un interesse e un'attrattiva di gran lunga maggiori. In quello precedente era stato piacevole camminare con andatura disinvolta, nell'uniforme di Scharmer, davanti a trepidi postulanti in attesa e a impiegati che lo invidiavano, infilarsi direttamente nello studio del governatore a prendere il tè e fumare con lui una sigaretta; ma le persone alle sue dipendenze erano allora poche. Si trattava di capi di polizia distrettuali e di settari, quando lo inviavano in missione; ed egli ama-

va trattare cortesemente, quasi cameratescamente questi suoi subalterni, amava far sentire che egli avrebbe potuto schiacciarli, e invece li trattava amichevolmente, con semplicità. Queste persone sotto di lui erano comunque poche. Ora invece, come giudice istruttore sentiva che tutti, senza eccezione, anche i più superbi e altezzosi erano nelle sue mani e che gli bastava scrivere due paroline su carta intestata perché questi stessi superbi e altezzosi fossero condotti da lui in qualità di accusati o testimoni e costretti a rispondere, in piedi, alle sue domande, se egli non decideva addirittura di sbatterli dentro. Ivan Il'ic non abusava mai del suo potere, anzi, cercava di mitigarne i termini; ma la consapevolezza di questo potere e la possibilità di mitigarlo costituivano appunto l'interesse principale del nuovo incarico. Nell'esercizio di questo impiego e soprattutto durante le istruttorie, Ivan Il'ic ben presto imparò ad allontanare da sé tutte le circostanze che non avevano attinenza col suo ufficio e a presentare ogni caso, anche il più complicato, in forma tale che sulla carta risultassero solo i tratti esteriori, escludendo ogni convinzione personale e attenendosi rigorosamente all'aspetto formale. Questa maniera di procedere era allora nuova e Ivan Il'ic fu tra i primi ad applicare il codice del 1864."

Categoria: 

Messaggio di errore