Il parassita della giustizia

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  • 21/09/2013
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Il protagonista de "I quaderni di don Rigoberto" di Mario Vargas LLosa, avvocato in una compagnia di assicurazioni, espone una disperante concezione del diritto e della giustizia che merita una lettura.

Ho citato in altra occasione la parola parassita e lei si sarà domandato se io abbia il diritto, dal momento che sono un avvocato il quale, applicando da venticinque anni la scienza giuridica - il più nutriente alimento della burocrazia e la prima generatrice di burocrati - alla specificità delle assicurazioni, di usarla in modo spregiativo nei confronti di qualcuno. Sì, io lo ho, ma soltanto perché la applico anche a me stesso, alla mia metà burocratica. In effetti, e per colmo di sventura, il parassitismo legale è stato la mia prima specializzazione, la chiave che mi ha aperto la porta della compagnia La Perricholi - sì, questo è il ridicolo nome che la contraddistingue - e mi ha procurato le prime promozioni. Come avrei potuto non essere il più abile aggrovigliatore o disaggrovigliatore di argomenti giuridici, io che avevo scoperto sin dalla prima lezione di diritto che la cosiddetta legalità è, in larga misura, un'intricata foresta in cui i tecnici di grovigli, di imbrogli, di formalismi, di casistica, troveranno sempre pane per i loro denti? Quella professione non ha niente a che vedere con la verità e con la giustizia ma, esclusivamente, con la costruzione di apparenze incontrovertibili, con sofismi e imbrogli impossibili da mascherare. E' vero, si tratta di una attività essenzialmente parassitaria, che ho portato avanti con la dovuta efficienza per salire fino alla cima, ma, senza mai cadere in inganno, cosciente di essere un foruncolo che si nutre della mancanza di difesa, della vulnerabilità e dell'impotenza degli altri. (...) Il mio successo come legale è derivato da quella constatazione - il diritto è una tecnica amorale a disposizione del cinico che la sa meglio dominare - e dalla mia scoperta, altrettanto precoce, che nel nostro paese (in tutti i paesi?) il sistema legale è una ragnatela di contraddizioni in cui a ogni legge o disposizione che abbia valore di legge è possibile contrapporre un' altra che la rettificano e la annullano. Perciò, tutti noi siamo continuamente impegnati a infrangere qualche legge e a delinquere in qualche modo contro l'ordine (in realtà, il caos) legale. Grazie a questo dedalo, lei si suddivide, si moliplica, si riproduce e si rigenera, vertiginosamente. E grazie a ciò noi avvocati viviamo e alcuni -mea culpa - prosperiamo.

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