La convalida dell'arresto
Anche Doris Lessing nel romanzo epico Mara e Dann, dedica un breve scorcio alla giurisdizione
"Videro un grande cancello, cercarono di forzarlo, e poi due uomini, due giganti
giallastri, corpulenti, dagli occhi gialli e freddi, li raggiunsero di corsa.
Dann urlò a Mara di scappare, ma non c'era via di scampo, perché la recinzione continuava all'infinito. Quando l'acciuffarono Mara fece resistenza, allora le legarono i polsi con una corda sottile, che faceva male. Anche Dann, che scalciava e si divincolava e scappò diverse volte per essere subito riacchiappato, venne legato per i polsi.
Mezza giornata dopo il loro ingresso a Chelops, Mara e Dann erano prigionieri, accusati di avere inquinato la sorgente della città, di essersi introdotti in una zona proibita e di aver fatto resistenza alla forza pubblica. Quello stesso pomeriggio vennero condotti di fronte a un magistrato. Mara se lo aspettava simile alle guardie, che erano Hadron, come ormai sapeva. Ma l'uomo seduto su una piccola piattaforma, che sembrava guardarli con curiosità, non era un Hadron. Somigliava più a un Mahondi, cosa impossibile perché era grasso, quasi obeso. Si trattava di Juba, che presto sarebbe diventato grande amico di Mara. Ma per il momento aveva sotto gli occhi quel che ormai vedeva più volte a settimana: persone stremate dalla fame, fuggite dalla carestia che infuriava a sud, che per prima cosa rubavano un po' di cibo. Eppure quei due non avevano rubato, anche se non avevano niente da mangiare. Juba non puniva mai i ladri, li mandava semplicemente a ingrossare le file degli schiavi.
Ma stavolta doveva scoprire cosa facevano negli stagni. Se erano venuti da sud, perché non erano passati per dove passavano tutti? Perché si erano intrufolati come criminali scendendo giù dalla scarpata? Fu Mara a parlare. Dann, appena la corda gli aveva circondato i polsi, era diventato apatico e taciturno, e sembrava aver perso ogni speranza. Stava curvo accanto alla sorella, scosso ogni tanto da un leggero brivido, e si rifiutava di alzare gli occhi.
«Mio fratello sta male» disse Mara. «Non ha mangiato a sufficienza.»
«Lo vedo» rispose Juba. «Avete commesso un reato gravissimo. E non mi pare che ve ne rendiate conto. C'è la pena di morte per chi inquina la riserva d'acqua. Inoltre avete fatto resistenza agli agenti della forza pubblica.»
Mara disse, «Ma io non sapevo cos'è la forza pubblica, o fare resistenza.»"
