La decisione
I giorni dell'amore e della guerra di Tahmira Anam inizia con la decisione del giudice di sottrarre a Rehana, rimasta vedova, la custodia dei figli Sohail e Maya, per affidarli al cognato Faiz, ricco avvocato pakistano. L'immagine dell'udienza è straordinaria.
"Caro marito,
ho abbandonato l'unica cosa che mi hai lasciato. Quando il giudice mi ha chiesto se ero certa di potermi occupare di loro, non sono riuscita a dire di sì. Sono rimasta zitta e lui ha interpretato il mio silenzio come un'esitazione. E' per questo che me li ha tolti. E' stato a causa mia; per colpa mia. Di nessun altro. Non ce l'ho con tuo fratello se li ha voluti con sé. Chi non li avrebbe voluti? Sono identici a te.
Dopo il verdetto, nella sala afosa con le ventole al soffitto ornate di polvere, le panche di velluto nero un po' lucido, la parrucca grigia e sbrindellata del giudice, lei si era gettata in ginocchio. Non era stata in grado di convincere nessuno che poteva comunque essere una buona madre per i suoi figli, malgrado fosse povera, non avesse amici in quella città e l'unica cosa che le era rimasta fosse un incolto lotto di terra strappato così di recente agli acquitrini che ogni mattina, quando si svegliava per recitare le preghiere, doveva bruciare gli insetti che marciavano sul portico del suo piccolo bungalow. Non aveva spiegato ai suoi figli dove fosse andato esattamente il padre, aveva permesso loro di rimanere a casa da scuola e li aveva portati a vedere Cleopatra, ma poteva ugualmente essere una buona madre. Avrebbe trovato un modo per superare il dolore, la povertà, la giovinezza; avrebbe trovato un modo per amarli da sola. Ma nessuno le aveva creduto e molto presto loro si sarebbero trasferiti dall'altra parte del continente. Non sapeva quando li avrebbe rivisti."
