La giustizia dietro: na macchina

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  • 21/09/2013
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Forse siamo già nell'ambito del giallo e l'oggetto dell sguado del letterato è un interrogatorio di polizia, ma i tratti che ne emergono sono del tutto meritevoli di notazione.
Infatti, con l'interrogatorio della prostituta Ines Cionini, ne Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, Gadda rappresenta con grande maestria il conflitto tra l'aspetto impersonale e quasi meccanico che a volte assume la giustizia, e l'umanità di coloro che sono chiamati a comparire davanti ad essa.

"Chinò il capo, che, ricadendo sul volto, i capelli aridi o impastati misero in ombre, e a momenti nascosero. Le sue spalle parvero affilarsi, scheletrirsi, quasi, nei sussulti di un tacito singhiozzo. Si rasciugò il volto, e il naso: con la manica. Levò il braccio: volle nascondervi il pianto, ripararvi il suo sgomento, il pudore. Una sdrucitura, all'attacco della manica, un'altra della sottostante maglietta, scoprirono il biancheggiare della spalla. Nulla aveva più, per celarsi, che quello strappato e scolorato avanzo d'un indumento di povera. Ma gli uomini, quegli uomini, la ricattavano col solo sguardo, acceso e rotto a intervalli, dai segni e dai lampi, non pertinenti alla pratica, di una cupidità ripugnante. Quegli uomini, da lei, volevano udire, sapere. Dietro di loro c'era la giustizia: na macchina! No strazzio, la giustizia. Mejo piuttosto la fame; e annà pe strada, e sentisse pioviccicà ne li capelli; mejo addormisse a na panchina de lungotevere, a Prati. Volevano sapere. Mbè? Che cosa trafficava chesto Diomede. E lei zitta. E loro: su su: parlare, cantare. Non le chiedevano di far male ad alcuno, dopo tutto: solo de dì la verità, la supplicavano. Bella verità! de fa carcerà la gente. La gente… che pe forza deve tranciasse in qualche modo: sinnò nun sa come campà. Parlare, cantare. E sbrigasse pure. Ulla di male, dopo tutto. Nel caso contrario, brutti certificati per lei. Loro avevano bisogno pe la giustizia, perch'era stato commesso un gran dilitto, che 'era su tutti li giornali. Glie ne mostrarono alcuni. Cartaccia. Glie li fecero vedere sotto il naso, battendovi sopra la mano come a dire: ecco qua. (Lei ritrasse il capo.) Pe la giustizia: <> aggiuntò pacato lo Sgranfia, suasivo, con un vocione che veniva propriodar core. Era de li fratelloni de la bonamorte, lo Sgranfia, quelli cor cappuccio in testa, che vanno a fa l'accompagno de li morti: pe conzolà le vedove nun c'era nessuno come lui. <> si disse la ragazza, <<è certamente incolpevole. Schiaffi in faccia, vijaccone, nun vordì scannà le donne cor cortello.>> Stava sulle sue. Titubava. <> Forse era meglio contentarli, pensò. Meglio per Diomede, e meglio anche per sé. Sarebbe finita, armeno! Loro l'avrebbero piantata, co quela lagna. Pompeo l'avrebbe ricondotta ar dormitorio. Se sarebbe buttata sur tavolaccio: duro pe duro, se sarebbe potuta addormì. Chissà che puro li parenti nun s'addormìssino, poveri cocchetti! Se sentiva stracca da morì: rimbambita: sfinita

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