L'assassino e il suo piano di difesa
Una raffinitassima perla nell'Uomo senza qualità, di Robert Musil: la vicenda di Moosbrugger, il ritardato mentale assassino di prostitute.
"Ciò che affascinava Ulrich era soprattutto il fatto che Moosbrugger avesse chiaramente un piano di difesa, seppur appena delineato. Non era stata sua intenzione uccidere e, per motivi di dignità, non poteva essere malato; tanto meno era il caso di parlare di piacere, bensì solo di disgusto e di disprezzo; doveva quindi trattarsi di un omicidio colposo, provocato dal contegno sospetto della donna, anzi "di quella caricatura di donna", come si esprimeva lui. A ben vedere, pretendeva addirittura che l'assassinio da lui commesso venisse considerato un delitto politico e talvolta dava l'impressione di non lottare per sé, bensì per questa sua costruzione giuridica. La tattica adottata dal giudice per controbattere era la solita, quella di vedere ovunque solo gli sforzi goffi e scaltri di un assassino che cerca di sottrarsi alle proprie responsabilità. "Perché si è lavato le mani sporche di sangue? - Perché ha gettato via il coltello? - Perché dopo il delitto ha indossato biancheria e abiti puliti? - Per il fatto che era domenica? E non perché erano macchiati? - Come mai è andato a divertirsi? Il delitto non Le ha dunque impedito di farlo? Non ha provato nemmeno un po' di rimorso?" (....) Questo giudice faceva di ogni erba un fascio, a partire dai rapporti di polizia e dal vagabondaggio, e ne dava la colpa a Moosbrugger; per Moosbrugger invece si trattava di semplici episodi isolati, senza alcun rapporto fra loro e ciascuno con una causa diversa, che era al di fuori di lui, da qualche parte nel mondo. Agli occhi del giudice le sue azioni partivano da lui, mentre agli occhi suoi gli erano capitate addosso come uccelli giunti in volo".
