L'imputato terzo estraneo

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  • 21/09/2013
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Ne Lo straniero di Albert Camus, Mersault assiste al processo che si concluderà con la sua condanna a morte prendendo atto della sua estraneità.

"Persino da un banco di imputato è sempre interessante sentir parlare di sé. Durante le arringhe del P.M. e del mio difensore si è effettivamente parlato molto di me, e forse più di me che del mio delitto. E in definitiva erano tanto differenti tra loro, le arringhe dell'uno e dell'altro? L'avvocato alzava le braccia e ammetteva la colpabilità, ma con attenuanti. Il P.M. tendeva le mani e denunciava la colpabilità, ma senza attenuanti. C'era tuttavia una cosa che mi metteva a disagio. A volte, nonostante le mie preoccupazioni, ero tentato di intervenire, e allora l'avvocato mi diceva: "Stia zitto, che è meglio per lei". In un certo qual modo avevano l'aria di trattare la cosa al di fuori di me. Tutto si svolgeva senza il mio intervento. Si decideva la mia sorte senza chiedere il mio parere. Di tanto in tanto avevo voglia di interrompere tutti quanti e dire: "Ma insomma, chi è l'accusato qui? E' una cosa importante essere l'accusato! E io ho qualcosa da dire!" Ma dopo averci riflettuto un po', non avevo da dire nulla. Del resto devo riconoscere che l'interesse che si prova a tener occupate delle persone non dura molto a lungo"

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