Nobili di spada e nobili di toga
In un breve passo de I Viceré, Federico De Roberto ci offre uno squarcio illuminante della condizione sociale della magistratura all'inizio del XIX secolo nel Regno delle due Sicilie.
"I Giulente sono nobili di toga".
Un risolino fine fine della zitellona le rispose:
"Gli asini credono che la nobiltà di toga sia paragonabile a quella di spada!... Che differenza passava tra i sei giudici del Real Patrimonio, don Mariano? I tre di cappacorta erano nobili...nobili! e i tre di cappalunga, giurisperiti...GIURISPERITI!...Adesso sapete com'è?... Tutti i mastri notai si credono altrettanti principi!...Un tempo c'erano i baroni da dieci scudi, oggi ci sono quelli da dieci baiocchi..."
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