Un giudice pietoso

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  • 21/09/2013
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Da Gli scomparsi di Daniel Mendelsohn un brano sull'omicidio per eccellenza e sull'omicida per antonomasia. Ne emerge la figura di un Dio/giudice istruttore, in qualche misura pietoso, ma, al contempo, forse, accorto e implacabile nell'offire a Caino la via della confessione.

Varrà forse la pena notare che mentre il nostro esegeta medievale Rashi è più interessato a spiegare la famosa domanda posta da Dio: "Dov'è Abele, tuo fratello?", il commentatore moderno che stiamo citando focalizza la sua attenzione sull'altrettanto celebre risposta di Caino, che lui traduce: "Sono forse il custode di mio fratello?". Rashi si chiede per quale ragione Dio nella sua onniscienza ponga la domanda pur conoscendone la risposta. Anche in questo caso, ancora una volta, il suo interesse è psicologico piuttosto che letterario. Perché Dio pone una domanda a Caino? Ecco la risposta di Rashi: " Per intavolare una conversazione pacata" in modo da indurre il colpevole alla confessione. "Per dargli la possibilità di pentirsi e rispondere: "L'ho ucciso e ho peccato contro di Te". Per il commentatore francese, l'interrogatorio di Dio non ha nulla a che vedere con la curiosità - potrebbe mai essere?- ma reca in sé una commovente sfumatura psicologica: il desiderio di Dio di concedere a Caino l'opportunità di ammettere la propria colpa. Tale interpretazione mi diede la conferma che, oltre a essere un grande saggio, Rashi era un padre.

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